Ombre di guerra

Fino al 5.II.2012
Ombre di Guerra
Roma, Museo dell’Ara Pacis

Pillole di follia umana in 90 scatti, vecchie immagini per nuove speranze

Apre oggi al pubblico la mostra basata su un progetto Contrasto, nato su proposta della Fondazione Veronesi nell’ambito delle iniziative legate alla terza Conferenza internazionale Science for Peace e promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali, a cura di Alessandra Mauro e Denis Curtis dell’Agenzia Contrasto. La mostra è dedicata a Tim Hetheringtone e Chris Hondros, fotoreporter che lo scorso aprile sono rimasti vittime del conflitto libico, professionisti “deceduti in servizio” così come molti dei lorocolleghi le cui opere sono oggi esposte.

© Henri Bureau/Sygma
L’incendio dei pozzi petroliferi. Abadan, Iran, 1980


Le immagini proposte vanno dalla Guerra Civile Spagnola del 1936 ai recenti accadimenti in Afghanistan del 2007, raccogliendo gli avvenimenti più famosi e quelli meno noti. La scelta del periodo considerato non è casuale: con la Guerra Civile Spagnola, infatti, nasce un nuovo modo di fare fotogiornalismo, grazie ad apparecchi più compatti e maneggevoli che permisero di seguire da vicino i momenti più critici della storia umana; terminando con l’Afghanistan del 2007, invece, si è voluta lasciare allo spettatore la possibilità di riflettere su eventi recenti ma non odierni. Le Ombre di Guerra non sono solamente nelle armi, nei combattenti e nei morti, ma anche nelle conseguenze (sociali, psicologiche, ambientali…) che ogni conflitto porta con sé, nelle persone che coinvolge. Civili, spesso donne e bambini, vengono coinvolti nelle lotte, come alcune immagini testimoniano. Ed è proprio di una donna -Gerda Taro, amica di Robert Capa e sua collega nel conflitto spagnolo- la prima foto della mostra. Uno sguardo al femminile sul mondo della guerra che ritroviamo in poche ma significative occasioni nel corso della mostra.

Ogni scena ha il proprio valore documentale e simbolico, denso di significati ed emozioni. Non è difficile ritrovare nelle foto pose plastiche che richiamino le scene tipiche delle rappresentazioni sacre. Tali similitudini nella composizione delle immagini fanno riflettere sul dolore come esperienza universale, che prescinde da ogni nazionalità, credo politico e religioso. In questo contesto ci si rende conto di quanto le icone religiose di sofferenza, note ma apparentemente distanti, siano molto più reali e attuali di quanto si possa credere. Una mostra che, per la durezza di alcune immagini, richiede una grande forza, specie se la si vuole vivere pienamente e non da spettatore distratto e superficiale. Nonostante la tv ci abbia abituato a sequenze cruente, la fotografia ribadisce la sua capacità di cogliere l’attimo, di fissare un’impressione. La realtà catturata in una frazione di secondo diviene, così, emozione eterna. Un’emozione “forte” creata dall’orrore per la guerra che, secondo il Prof. Umberto Veronesi, può e deve generare amore per la pace. Istantanee che possano essere un monito per i giovani nello scegliere da che parte stare quando si presentino situazioni critiche, come auspica il Sindaco Alemanno.
Un messaggio di pace da un luogo importante e simbolico dedicato proprio alla promozione del dialogo interreligioso e della concordia tra i popoli.

fabiola scarizza
mostra visitata il 13 dicembre 2011


dal 14 dicembre 2011 al 5 febbraio 2012
Ombre di Guerra
a cura di Alessandra Mauro e Denis Curti
Museo Ara Pacis Lungotevere in Augusta, angolo via Tomacelli,Roma
Orario: da martedì a domenica ore 9 – 19, ingresso consentito fino alle h 18
Biglietti: intero € 9,00; ridotto € 7,00 (riduzioni e gratuità secondo le norme vigenti)
Catalogo Contrasto
Info: 060608; www.arapacis.it