MONT'ORO - L’ORO DELL’IMPERMANENZA
Dal 27 Febbraio 2014 al 27 Marzo 2014
Gregorio Botta /Emanuele De Ruvo
A cura di Guglielmo Gigliotti
Montoro 12 Contemporary Art
Roma
Spaesamento e destrutturazione delle abituali chiavi di lettura della realtà, messe in crisi dalla visibile impermanenza della vita e dell’arte che come l’acqua scorre, muta, trasforma: questo è l’oro di Gigliotti, con Botta e De Ruvo.
La galleria Montoro12Contemporary Art con il curatore Guglielmo Gigliotti inaugura, con questa mostra, Mont’oro: un progetto espositivo composto, nel suo complesso, da tre mostre bi-personali che si susseguiranno dal mese di febbraio fino a giugno.
L’idea nasce come da un gioco, da un apostrofo che separando la parola, ne destruttura il senso a creare due nuovi concetti fortemente simbolici, quelli di monte e di oro, da qui partono le suggestioni che arrivano poi a prendere forma entro questo interessante progetto che parte con “l’oro dell’impermanenza” dei due artisti partenopei.
“Finding is the first Act. The second, loss” chiosa la poesia di Emily Dickinson, incisa sul metallo, a dar vita ad una delle opere di Gregorio Botta,ed a racchiudere alcune delle sensazioni centrali evocate dalle opere qui presenti, ma più in generale dall’intera esposizione. Le opere dei due artisti dialogano a creare suggestioni che trovano una loro specifica dimensione entro la cornice del concetto di questa bi-personale: “E' un oro senza nome, che soffia come il vento e scorre come l'acqua, che è ovunque e da nessuna parte, perché è l'oro dell'impermanenza”, suggerisce il curatore Gigliotti.
Le sculture di Botta si presentano come blocchi monolitici, solidi, fatti di cera che pare pesante marmo, ma che sorprende poiché sembra prender vita di fronte agli occhi di chi l’osserva. Luce che pulsa sul fondo, illuminando crepe e aperture nella compatta e liscia superficie regolare, acqua che scorre su, che sgorga da, che fa pulsare come vene l’opera che prende vita o che si può immaginare animata da vita propria che si dispiega dinnanzi allo spettatore che può rimanere ammirato di fronte ad un tale spettacolo.
L’acqua sembra essere un elemento centrale nell’intera produzione artistica dell’autore. L’acqua che scorre, impermanente, trasformandosi e trasformando ciò che tocca, è anche acqua che lascia tracce, dando forma e struttura alle opere di Gregorio Botta, che grazie all’acqua si animano e si mutano nella natura stessa dell’opera che da disegno, quadro, diventa scultura. L’acqua come simbolo di vita: acqua che riempie parole incise su lastre di metallo, rendendole illeggibili, confuse, incomprensibili, vive.
Su questo filone si inserisce il dialogo con la produzione di Emanuele De Ruvo. Opere che vedono convivere, entro la stessa cornice, la sensatezza e l’insensatezza delle leggi della fisica che attraverso magneti, corde e oggetti metallici, danno vita a giochi di linee, forme, volumi, pieni e vuoti, luci ed ombre che, al tempo stesso, confermano e sconfermano le leggi della gravità ed elettromagnetismo. E ancora: tele bianche su cui troneggiano complesse formule matematiche, figure geometriche, dita che indicano qualcosa. Le suggestioni di queste opere possono portare a elucubrazioni rispetto al significato suggerito ed insito nelle opere, implicito che si può immaginare essere proprio nell’incomprensibilità del senso delle cose. Considerazione, quest’ultima, che può aprire all’annosa questione nel rapporto che si può instaurare con l’arte e con la realtà in senso più lato, proponendo un inconsueto modo di stare di fronte all’incomprensibile, rinunciando alla smania di categorizzare e individuare chiavi di lettura, ma godendo della complessità dell’arte e della vita, lasciando scorre immagini, suggestioni ed emozioni.
Il confondersi, disorientarsi, perdersi, mettere in discussione gli scontati ed abituali criteri di lettura della complessità del reale, cominciando ad immaginare nuovi modi di rapporto con la realtà, costituiscono un appassionate aspetto dell’interessante esperienza che questa esposizione, attraverso il dialogo tra le opere di Botta e De Ruvo, consente di cogliere.
Alberta Mazzola
MONT'ORO - L’ORO DELL’IMPERMANENZA
Gregorio Botta /Emanuele De Ruvo
A cura di Guglielmo Gigliotti
Dal 27 Febbraio 2014 al 27 Marzo 2014
Montoro 12 Contemporary Art
INFO:
+39 06 68308500 / 392 9578974